Ayazma

Progetto "Ayazma, Arance di Natale… arance per la Vita"

I PROFUGHI

Dopo il 1990, una grande massa di profughi dell'Anatolia Sud-Orientale (Kurdistan turco), a seguito della guerra e della distruzione dei loro villaggi (ben 4.500 sono stati rasi al suolo dall'esercito turco che ha cosparso i terreni circostanti di mine e bombe inesplose), si sono rifugiati nelle periferie degradate delle grandi città turche.

Oggi Istanbul, con oltre 2.000.000 di profughi, rappresenta la più grande metropoli Kurda del mondo. Qui, in case costruite in una notte, "gegekondu", che secondo l'antica tradizione ottomana non possono essere abbattute, sono nati campi profughi e bidonvilles dove intere famiglie di scampati vivono in miseria e povertà, soggette a malattie di ogni tipo, senza assistenza medica né mutua.

LA BIDONVILLE DI AYAZMA

Per il nostro progetto, abbiamo scelto il campo profughi di Ayazma, una bidonville legata ad una sottoprefettura "Kukukcekmece" di Istanbul. Ad Ayazma ci sono 1.000 case e baracche in cui vivono 5.000 profughi, il 98% di origine Kurda. Nel campo non esiste una scuola per bambini, né una stazione sanitaria. Non c'è acqua potabile nelle case, solo una volta alla settimana i camions del Comune portano l'acqua per i bisogni essenziali, né esistono fogne se non a cielo aperto. Gli abitanti soffrono di una denutrizione cronica; la disoccupazione è elevata, si vive di espedienti o di lavoretti saltuari nell'edilizia e nelle fabbriche tessili; le malattie imperversano colpendo soprattutto i bambini (malattie polmonari, tifo, dissenterie), tanto che la mortalità è elevata e gli abitanti del campo hanno pensato bene di allestire su una collinetta un cimitero per i bambini!

IN COSA CONSISTE IL PROGETTO "AYAZMA, ARANCE DI NATALE… ARANCE PER LA VITA"

L'Associazione profughi di Istanbul, GOC-DER, presente sul campo con propri collaboratori, non riesce a sopperire alle crescenti e drammatiche necessità della popolazione residente. Con questo progetto si tenta di far fronte a questa situazione puntando ad attivare un presidio sanitario fornito di medicinali salvavita secondo le esigenze degli abitanti del campo. Il progetto prevede l'acquisto sul posto e la distribuzione di medicinali ai profughi di Ayazma.

A cura dell'Associazione "Verso il Kurdistan-O.n.l.u.s."

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Rapporto della delegazione alessandrina a Istanbul 17-20 gennaio 2004 - Proficua "incursione" ad Istanbul

Nelle giornate di domenica 18 gennaio e lunedì 19 una ristretta delegazione dell'Associazione Verso il Kurdistan, composta dal sottoscritto e dalla preziosa Lucia Giusti, ha presenziato, ad Istanbul, a due importantissimi appuntamenti: il processo a Sefika Gorbuz, direttrice dell'Associazione GOC-DER, e il sopralluogo operativo presso il campo profughi di Ayazma per delineare concretamente gli interventi igienico-sanitari da compiere in tempi brevi. L'intera giornata di domenica 18 è stata assorbita da questo secondo impegno; già in prima mattinata ci siamo recati al campo di Ayazma assieme a due rappresentanti francesi dei Medici del Mondo, a dirigenti di TOHAV un'associazione di avvocati e medici che assiste i reduci da periodi di carcere duro durante i quali sono stati sottoposti a torture, alla presenza del giovane medico locale che, all'interno dell'associazione TOHAV ha il compito di sovrintendere ai bisogni sanitari dei profughi curdi presenti nel campo. E' balzata subito all'occhio l'evidenza della mancanza dei requisiti minimi di igienicità di Ayazma, dove non vi è collegamento delle misere casette con alcuna struttura fognaria né con le tubature di alcun acquedotto, con la conseguente impossibilità di approvvigionamento di acqua potabile e di smaltimento dei liquami. Si può quindi facilmente immaginare l'incidenza di episodi di malattie infettive nel campo profughi, a carico soprattutto dei bimbi, non protetti altresì (e questo è un rilevamento che condanna senza alcuna scusante l'atteggiamento delle Autorità Turche) da quelle vaccinazioni ormai obbligatorie in età infantile in almeno l'80% dei Paesi del Mondo. Viene infatti somministrato, da parte del Servizio Sanitario Turco, solo il vaccino antipoliomielitico, ed ignorate le pratiche vaccinali contro tetano, difterite, epatite, tifo, e le altre malattie infettive di frequente riscontro in quell'area geografica. Confesso che la conoscenza diretta di questa terribile realtà mi ha provocato un senso di profonda angoscia, dandomi macabra spiegazione delle numerosissime tombe di bimbi all'interno del campo. Nel corso del sopralluogo abbiamo individuato un fabbricato di costruzione abbastanza recente che potrà essere adibito all'uso di ambulatorio/consultorio medico dove poter prestare i primi soccorsi, effettuare la vaccinazioni, seguire le gravidanze, insegnare l'uso di quei presidi (es. cloro) in grado di garantire la disinfezione delle acque, monitorare i problemi sanitari di una popolazione oggi sicuramente non tutelata sul versante igienico-sanitario, in palese contrasto con quanto previsto dalle norme varate dal Consiglio dell'UE, istituzione nella quale la Turchia anela l'entrata in tempi brevi. In una riunione effettuata con i Medici del Mondo e gli esponenti di TOHAV al termine del sopralluogo è stata raggiunta l'intesa di un intervento operativo coordinato che vedrà l'impegno dei colleghi francesi alla ristrutturazione del fabbricato all'interno del campo di Ayazma per l'apertura in tempi brevi (entro la fine del prossimo giugno) dell'ambulatorio medico dove iniziare a somministrare ai bimbi i vaccini che la nostra Associazione provvederà a fornire utilizzando i proventi della Campagna delle Arance di Natale. Si inizia così a concretare operativamente un intervento non differibile, che dovrà nel tempo arricchirsi di ulteriori impegni volti a garantire ai profughi curdi le condizioni igieniche minimali compatibili con la vita. Lunedì 19 abbiamo presenziato al processo istituito contro Sefika Gorbuz ed il sociologo Mehmet Barut, dell'Università di Mersin, rei di aver pubblicato i risultati di una ricerca, finanziata dall'Amministrazione Provinciale di Alessandria, sulle condizioni psico-sociali dei curdi presenti in campi profughi. All'interno della superblindata struttura di un Tribunale Speciale (orrendo pensare a una realtà di questo tipo in un Paese quasi UE!!) siamo stati testimoni accanto all'Europarlamentare di Rifondazione Comunista Vinci, a Loris Campetti, giornalista de "Il Manifesto", ai rappresentanti di Medici del Mondo e a una giornalista dell'Associazione Francese per i diritti dell'uomo, di un dibattito-farsa dove il rappresentante della Pubblica Accusa sedeva fra i giudici e con loro si ritirava a formulare la sentenza. Poiché il capo di imputazione originario era stato derubricato per sopraggiunta leggina imposta dall'UE, a tutela del diritto di libera espressione, al termine del brevissimo dibattito, se da un lato la Corte procedeva all'assoluzione del sociologo di Mersin, dall'altro condannava Sefika Gorbuz a otto mesi di carcere, convertiti in una cospicua pena pecuniaria, per aver affermato in aula la convinzione di aver subito il processo in quanto dirigente di un'Organizzazione Kurda di assistenza alla popolazione Kurda presente in Campi Profughi. Credo che una sentenza di questo genere, maturata dopo un processo condotto senza il rispetto delle norme più elementari di diritto deponga per un non ancora avvenuto adeguamento della Turchia ai principi basilari del concetto di democrazia Europea; analogo rilievo era del resto già stato espresso da Prodi nel corso di una missione di poco precedente il processo.

Giorgio Barbarici, immunologo all' Ospedale San Matteo di Pavia Lucia Giusti, SPI - CGIL Alessandria

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